domenica 15 maggio 2011

Tutte le pernacchie di quando stai imparando a suonare la tromba.

 G Tutti i progetti che fai e dai quali poi  devi togliere, togliere togliere, un sovrappiù, il prodotto fatto di saperi, immagini provenienti dall’archivio visivo che hai in testa.
M un archivio mentale, il mio magari non è visivo ma di idee…
V e poi a un certo punto arriva la forbice
G c’è bisogno di tagliare
v e cosa succede?
G nella fase della transizione da un sapere a un altro, l’unico modo è forse, non so, magari è un modo banale, è il lavoro che stiamo facendo di tenere documentato quello che esce, perché solo da quello probabilmente emergerà l’impossibilità di ridurre a linguaggio questo passaggio; e quindi il nostro arrampicarci sui vetri
M chiaro chiaro, la passione in senso proprio quasi cristologico, insomma la difficoltà della cosa,
G perché non c’è un vuoto nella transizione, non può esserci, non è che tu
M è quello il bello, chiedersi se c’è o non c’è. Perchè se c’è..
G siccome c’è comunque una soggettività anche rispetto ai nostri rispettivi saperi no?, non è che siamo portatori di un linguaggio, non siamo dei medium; per questo mi interessava il cantante d’opera
V Ho chiesto ho chiesto
G lo sanno cosa dicono…
V no
G non lo sanno!! lo sapevo.
V la maggior parte no
M ho capito
G hai capito tutto?
M spiegami ma ho capito
G a parte la questione cibo, mi veniva in mente tutta una serie di luoghi di spedizione, per fare la spedizione scientifica, che avessero a che fare proprio con il linguaggio,quindi poteva essere dal cantante d’opera coreano
M se sa cosa canta
G se sa il significato delle parole, se no diventi uno strumento,e sei come abitato, come tutti noi che siamo abitati dall’ altro, dal mondo, dal linguaggio in  cui siamo venuti, venuti al linguaggio che ci abita e che noi restituiamo come medium in trance.
M il cantante d’opera è abitato dal linguaggio musicale
G però ne usa anche un altro
M annulla quello verbale
V c’è però un altro aspetto che nella musica classica è importantissimo, che è l’interpretazione, se tu conosci le parole riesci a capire come sta interpretando il cantante, il suo apporto all’interpretazione, se invece non sai le parole non riesci a cogliere l’interpretazione di questo artista. La musica classica in generale ha, non è un problema, ha questa particolarità. Se tu conosci il testo e senti le diverse versioni riesci a capire l’interpretazione dell’artista che ti sta davanti, se tu non l’hai mai sentita, la senti per la prima volta, non hai confronti, non hai un campo per poter
G c’è tutto questo mondo, che potrebbe essere un buon materiale, meno difficile per noi; per gli artisti visivi lavorare sulla questione cibo è molto faticoso, uno perché negli anni novanta ci sono stati molti artisti che hanno lavorato sulla questione cibo, quindi nella storia dell’arte, dalla natura morta in poi c’è un materiale con cui confrontarsi, ma a me poi viene un dubbio, io vorrei parlare ad uno spettatore che si senta coinvolto, l’aspetto visivo è importante, quindi se proponi qualcosa dove si possa identificare o sentirsi catturato... io trovo difficile mostrargli uno studente adolescente dell’alberghiera ed emozionarlo, non sono un  mago, per me è più facile su altri argomenti, magari un mondo che conosce poco, una separatezza, dove c’è il contrasto si gioca un po’ di drammaticità
M non c’è dramma, non c’è pathos
Brani di conversazione in pizzeria, Giusi, Matteo e Vittorio

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