si... si incontra sempre dell'altro, cioè penso che in ogni progetto, in ogni pensiero, in ogni azione ci sia sempre una grossa componente dell' "altro"... che è quello che generalmente viene, appositamente o automaticamente, trascurato per il fine della realizzazione del progetto stesso... ma l'altro esiste, non c'è dubbio, e lo si vede con l'uso straniante dello sguardo.
Vi chiedo... ma secondo voi... quest' "altro" è la reale plusvalenza del nostro progetto di partenza?
Prince vende le rose... con una frase... la sua è un'azione spinta da ovvie motivazioni di sopravvivenza... la camminata, cosa "ovvia", auditivamente parlando, è un ritmo continuo e ossessionante che suscita tensione, addirittura anche un pò d'ansia per l'attesa del "momento"... c'è un grande contrasto tra il rumore della sua camminata con la quiete della strada notturna... l'ingresso nell' "ambiente bar", con la musica in diffusione, è il vissuto del "momento", un gesto quotidiano visto dagli occhi e sentito dalle orecchie di Prince... ma l'effetto straniante ci regala un altro "momento".. il suono della sua voce gentile, e il suono dell'ambiente del bar contrastano creando una tensione inaspettata... il nostro udito, accoppiato a quello di prince ci fa sentire questo "ambience" piuttosto aggressivo, ostile, ossessionante... si sono invertite le parti? voglio dire... il suono della voce di prince e quello dell'"ambiente bar" creano una tensione di uguale intensità rispetto a quella della camminata?... cosa spiazzante è il fatto che questi suoni (la sua voce, la camminata e l'"ambiente bar") sono mossi entrambi da unico fine, quello commerciale.
plusvalenza della plusvalenza? U-inductio
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