
Cesenatico, a trovare Francesca, parlavamo di più o meno violenza nelle parole, legate al posto, in quel caso la Romagna. Così mi ha colpito una frase, qualche ora dopo quando intercettavo la conversazione di una coppia di ragazzini, accocolati su una panchina, con lei, preoccupata, che chiedeva a lui: "ma è figa da scopare?".
Avrei potuto fare una foto tipo safari, per documentare la zona, per suffragare la mia ipotesi, una strada piena di locali notturni e negozi in franchising, ma nella contingenza non ce l'ho fatta.
Ho cercato di rimediare il giorno dopo con questa.
Il gioco è continuato il giorno ancora successivo, quando ci siamo mossi in un posto consigliato da un bravo food blogger. Veramente notevole, un'acqua bellissima e tutto perfetto, sopratutto ora con la stagione ancora all'inizio. In quel ristorante sullo sfondo le conversazioni origliate riguardavano la psicostasia, qualcosa di greco che non sono riuscito ad afferrare, gli effetti delle lenti a contatto sulla fisiologia dell'occhio, e una ragazzina coetanea di quella di Cesenatico (14 anni circa, ma ne dimostrava 8) ha portato al tavolo degli animaletti che sapeva chiamarsi paguro bernardo ed è stata subito informata dai nonni del loro strano modo di procurasi case durante la crescita.
Mi rendo conto che quanto scritto sottende un'idea banale, non lontana dal mens sana in corpore sano. Comunque visto che la qualità e diversità degli ambienti che popoliamo è più o meno in costante declino, fa specie pensare di come fra i problemi derivanti potrebbe annoverarsi anche una perdita di varietà di linguaggio, oltre che, naturalmente, di paguri.
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